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mercoledì 30 novembre 2011

L'IMPORTANZA DEL CAMBIAMENTO

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giovedì, 19 novembre 2009


Ho incontrato queste riflessioni di un mio collega, lo psicoterapeuta Dr. Giuliano Guerra.
Da molti anni ho cambiato professione e non mi occupo più direttamente di psicologia ma l'argomento del cambiamentoè così fondamentale nella scelta di vivere all'estero che ho pensato proporvelo. Sicuramente andare a vivere all'estero è uno dei cambiamenti più intensi che si possano fare.Per evolvere servono continui cambiamenti
Gli studi sulla plasticità del cervello e le ricerche sui neuroni a specchio ci testimoniano la possibilità che le nostre strutture cerebrali hanno, indipendentemente dall'età, di continuare ad immagazzinare informazioni che creano nuove connessioni neuronali influenzando la biochimica, la biologia, la fisiologia e l'anatomia umana.
Le neuroscienze indicano il nostro cervello come uno speciale computer che immagazzina continuamente ogni informazione che acquisisce. Tali informazioni si addizionano e per associazione creano le categorie mentali e regolano il flusso dei nostri pensieri. Pertanto nulla può essere cancellato. Ogni esperienza vissuta si deposita indelebilmente negli infiniti meccanismi di interconnessione neuronale.
Soprattutto i processi di funzionamento psichico e le modalità di comunicazione impresse nella prima infanzia rappresentano gli imprinting che condizionano il nostro psichismo anche da adulti.
 Spesso si rimane intrappolati in questi riduttivi e stereotipati processi di pensiero legati alle prime esperienze di vita.
Si entra così in schemi mentali, in comportamenti ripetitivi e si vanifica lo straordinario potenziale di creatività, di espressione artistica, di intuizione e di inventiva che tutti abbiamo.
Pertanto il coraggio di apportare dei cambiamenti nel nostro stile di vita, di rinnovare il nostro modo di comunicare e di essere nella vita crea nuove connessioni dendridiche ed apre nuovi programmi nello psichismo. Grazie al cambiamento si esce dai rigidi schemi di comunicazione appresi e subiti negli anni infantili.
Con il cambiamento si diviene protagonisti veri della nostra esistenza, chiudendo vecchi legami, spesso irrisolti con le figure genitoriali, e ci si libera dai condizionamenti socio-culturali e dalle credenze che altri ci hanno inculcato.
Il cambiamento deve essere continuamente incoraggiato sia attraverso il rinnovamento delle piccole azioni del quotidiano, dei gesti minimali, sia cercando di agire con volontà e decisione per rimuovere comunicazioni affettive sbagliate, impegni professionali non gratificanti, amicizie che generano infelicità, permanenze in luoghi inadatti al nostro benessere, ecc..
Riuscire ad operare cambiamenti nella propria vita ristruttura in modo plastico il nostro cervello e ci porta a sintonizzarci su nuove frequenze di funzionamento mentale.
Nuovi programmi di comportamento ci si presentano.
Le persone che cambiano il loro modo di vivere trovano più occasioni per essere gioiose e si aprono più facilmente alla dimensione spirituale.Sono più recettive agli influssi del mondo invisibile ed alle sincronicità.
Il cervello agisce in base alle informazioni che gli vengono immesse e pertanto cambiare vuol dire portarlo ad acquisire nuove informazioni e quindi ad agire nuovi comportamenti.
 

Dr. Giuliano Guerra
 
Quindi, anche se non si migliorasse ambiente trasferendosi all'estero (rischio inesistente per noi italiani) gia la mera esperienza del cambiamento sarebbe di per se arricchente.
Si può cambiare in peggio ma sarà sempre intrinseca una crescita, un guadagno.
Personalmente sono spontaneamente portato al cambiamento, dopo un certo tempo mi stanco della situazione nella quale mi trovo, anche se più che soddisfacente, e vengo preso dalle smanie di cambiare realtà. E' più per l'esperienza in sè che per la conoscenza che comporta, non sono un intellettuale, sono goloso di nuove percezioni e la routine mi appassisce.
Parlo di cambiamenti materiali, invece i principi ed i valori piuttosto evolvono, a volte gradualmente si trasformano un poco.
Anni fa per lavoro ho valutato e selezionato centinaia di funzionari di banca e di compagnie d'assicurazione.
Ero stato sorpreso da come la maggior parte di loro invece si opponessero fermamente a qualsiasi cambiamento materiale ( altra sede di lavoro distante pochi chilometri, funzioni da svolgere, orari, etc.).
Al contrario sarebbero stati prontissimi a cambiare radicalmente le proprie convinzioni e posizioni ideologiche in men che non si dica.
Forse sarà stata la specifica categoria professionale.
Ma non voglio approfondire il discorso sulle ansie da insicurezza, sulle funzioni protettive della posizione conservatrice e del conformismo, sulle attitudini al cambiamento e le origini culturali ed ambientali del pensiero programmatorio che tra altre cose influenzano la nostra predisposizione e capacità d'affrontare il nuovo.
Come ho detto ho cambiato professione (appunto) e forse poi posso cambiare idea anche sul cambiamento...
Chissà, come dicono i francesi "Plus se change plus c'est la même chose", espressione dalle molte cangianti interpretazioni, come la mia "Il profondo sta in superfice"che sintetizza in psicosomatica le mutazioni e trasferimenti (rieccoci) delle tensioni dalla sfera psichica a quella corporea.Cosa direbbe Narco Polo, il nostro viaggiatore del corpo e della mente?
Ecco, sono gia stufo di scrivere, ormai straparlo...
Ciao.

2 commenti:

  1. #1 20 Novembre 2009 - 17:49

    peccato che molto spesso la gente non è altro che una pecora che segue il gregge...;)


    bel post!
    Utente: GVB1978 Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. GVB1978

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  2. #1 20 Novembre 2009 - 17:49

    peccato che molto spesso la gente non è altro che una pecora che segue il gregge...;)


    bel post!
    Utente: GVB1978 GVB1978

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